SelvaticiUngulati

Il cervo

Nome in latino: Cervus elaphus hippelaphus Linnaeus

 

Sistematica

CERVO ROSSO

SUPERORDINE    Ungulati

ORDINE   Artiodattili

SOTTORDINE  Ruminanti

FAMIGLIA    Cervidi

SOTTOFAMIGLIA   Cervini

GENERE    Cervus

SPECIE   Cervus elaphus

SOTTOSPECIE   C. e. hippelaphus


Si possono principalmente distinguere 2 principali raggruppamenti della popolazione:

il wapiti (Cervus e. canadesi) situato nelle regioni nordorientali dell’Asia sino ai plateau dell’Altai e del Tien Shan e nell’America settentrionale,

e il cervo rosso (Cervus elaphus), spartito con oltre 16 sottospecie in tutto il continente euroasiatico.

Il suo aspetto fisico indica armonia, eleganza e potenza.

Nei maschi queste caratteristiche sono ancora più evidenti grazie al loro palco e alla criniera di cui dispongono.

I maschi adulti hanno una corporatura massiccia con il peso del corpo spostato in avanti, con un trofeo ben ramificato e allargato sopra alla testa.

Il dimorfismo sessuale è molto evidente tar i due sessi.

Le femmine sono più piccole, con corporatura meno massiccia e il peso del corpo spostato nella porzione posteriore.

Il verso del cervo viene chiamato bramito e viene effettuato solo dal maschio durante il periodo degli amori.

Un esemplare in buono stato di saluto può vivere fino all’età di 20 anni.


Principali dati biometrici

Nei maschi il peso continua ad aumentare fino all’età di 7-8 anni, mentre nelle femmine è già definito all’età di 3-4 anni.


Il mantello

Il cervo durante l’anno subisce 2 mute, che oltre a cambiarne il colore, adeguano il pelame alle condizioni climatiche a cui l’animale sta andando in contro.

La muta primaverile si sviluppa nel mese dal mese di aprile fino a metà maggio.

Gli individui giovani e sani tendono ad anticipare la muta di circa 2 settimane rispetto agli adulti.

L’animale si presenta con un manto di color bruno-rossastro con le zone ventrali (interno cosce e aerea perianale) di color giallo-biancastre.

Il dorso è caratterizzato da una fascia di color più scuro, che parte dal collo e giunge fino alla base della coda.

La muta autunnale si sviluppa a settembre-ottobre.

Il manto si presenta più folto e pesante (di quello estivo), di color bruno-scuro con le zone ventrali leggermente più scure al resto del corpo.

In questo periodo nei maschi si può ben notare la criniera posizionata nella parte inferiore del collo.

Lo specchio anale, nel periodo invernale è ancor più evidente.

Tra i maschi e le femmine, il mantello non sviluppa varianti di colorazione.

I giovani, fino al terzo mese di vita, presentano un mantello bruno-scuro con la tipica picchiettatura bianca.

 

Piccolo di cervo con la tipica picchiettatura bianca sul manto.
Immagine di www.naturamediterraneo.com

Il palco

I palchi sono portati solo ed esclusivamente dai maschi e sono costituiti da 2 stanghe ossee che vengono formate e perse periodicamente durante l’anno.

I meccanismi fisiologici del palco sono del tutto simili a quelli del capriolo.

Le dimensioni e la forma del trofeo, oltre che a variare in base all’età, differiscono da esemplare a esemplare in base al suo stato di benessere.

Il trofeo di un maschio adulto in buono stato di salute può arrivare a superare il metro di lunghezza e pesare fino a 8 kg.

Immagine di abruzzomountainswild.com

L’immagine sovrastante presenta una stanga di cervo adulto del tutto sviluppata.

Alla base della stanga è presenta la rosa, altro non è che il punto di raccordo tra il palco e lo stelo.

Poi partendo dal basso abbiamo il pugnale, l’ago, il mediano e la corona.

La corona è composta da 3 o più punte.

Più il selvatico avanza d’età, più sviluppa sui palchi le perle e i solchi.

Quest’ultimi sono gli ex-vasi sanguigni che percorrevano il palco quando era ancora ricoperto dal velluto.


Il ciclo dei palchi

Quando i cerbiatti maschi arrivano al 4° mese di età, cominciano a sviluppare sul loro osso frontale del cranio gli steli.

A circa tra il 7° e l’8° mese si vede la crescita delle stanghe con la formazione di una corona di peli in corrispondenza del sottostante stelo.

Sono ben evidenti al compimento dell’anno d’età del selvatico ed appaiono come corte punte ricoperte di velluto.

Questi cervi fino alla caduta del loro trofeo vengono detti fusoni.

A 15-16 mesi avviene la morte e lo distaccamento del velluto.

Questo trofeo appare di forma semplice, senza ramificazioni e con una lunghezza che può variare dai 5 ai 50-60 cm.

Cervo con il suo 1° trofeo (fusone).
Immagine di www.naturalfoto.it

All’età di 2 anni, nel mese di maggio dell’anno successivo, avviene al gettata.

Il secondo trofeo si sviluppa rapidamente e nel mese di agosto viene già pulito dal velluto.

Questo trofeo si presenta con delle stanghe ramificate, con un numero di punte che variano dalle 2 alle 4.

Cervo dotato del 2° trofeo.
Immagine di www.vivovenetia.com

Da questo memento in poi i momenti della pulitura e della caduta dei palchi verranno anticipati di qualche giorno ogni anno.

Il cervo adulto effettua la crescita del palco da marzo a luglio, e la sfregatura del velluto ad agosto.

La caduta del palco avviene tra i mesi di febbraio e aprile.

Questo fenomeno durerà fino all’8° e 9° anno di vita dell’animale, per poi rimanere invariato fino alla sua morte.

Il numero di punte sui palchi può crescere fino all’ottavo o il nono anno di vita.

Sviluppo del palco ed età.

Successivamente aumenteranno le dimensioni del trofeo e il diametro delle ramificazioni.

Più l’animale avanzerà d’età e più lo sviluppo delle stanghe saranno rallentate.

Questo fenomeno, conferirà così alla superfice della stanga caduta una forma più convessa rispetto ai giovani.

Quando il cervo raggiungerà la vecchiaia, subirà un regresso del trofeo, un’accorciamento delle punte e una diminuzione del loro numero.

Sviluppo de palchi dalla nascita fino a più di 14 anni.

Ubicazione

L’ambiente naturale del cervo è caratterizzato da vaste zone boscose comprese tra il livello del mare e l’orizzonte alpino.

Date le caratteristiche fisiche, alimentari e comportamentali dell’animale, è di norma trovarlo in boschi ben strutturati, misti, con un’alta percentuale di latifoglie.

Inoltre deve presentarsi uno scarso sottobosco, per agevolare il selvatico durante i suoi transizionamenti.

L’animale comunque occupa con buon successo anche zone con sole conifere, come quelle delle aree d’alta montagna e delle Alpi interne.

La presenza di fonti d’acqua come ruscelli e stagni è molto importante, sia per l’abbeveramento che per i classici bagni nelle pozze fangose.

Quest’ultime utilizzate soprattutto d’estate per proteggersi dal caldo e dai parassiti.

Il cervo durante l’anno può compiere delle migrazioni dalle zone estive a quelle invernali, quest’ultime situate a bassa quota e in esposizione favorevole.

Gli ungulati alpini per sopravvivere all’inverno hanno sviluppato dei particolari adattamenti fisiologici.

Sono riusciti a ridurre i propri consumi giornalieri, grazie alla modifica del loro comportamento e alla riduzione del loro metabolismo.

 

Quindi il cervo per superare l’inverno deve:

  •  arrivare all’autunno con buone riserve di grasso,
  • usufruire di quartieri con basso dispendio energetico (termoregolazione),
  • limitare gli spostamenti al minimo per sopravvivere e per la ricerca di cibo,
  • utilizzare zone di svernamento con una presenza minima di cibo per sopravvivere.

Sul suolo nazionale, nel 2005, sono stati stimati ben 63.000 capi, con un incremento annuo dell’ 8%.


Alimentazione

Il cervo è un erbivoro ruminante.

Si comporta  da pascolatore intermedio, alternandosi a brucatura e pascolo.

In primavera ed estate predilige specie dello stato medio-basso della vegetazione boschiva.

Oltre alle specie  erbacee consuma anche  grandi quantità di foglie verdi dei cespugli, parti semi-legnose di arbusti e giovani latifoglie.

In autunno si nutre principalmente di foglie morte, delle semi-legnose (edera, rovi…) e dei frutti di stagione (mirtilli, castagne, funghi…).

In inverno diventa molto importante il consumo di foglie secche, degli apici legnosi delle giovani latifoglie, degli arbusti, delle cortecce e delle fronde di conifere.

L’animale ha un fabbisogno giornaliero uguale a il 10% della sua massa , corrispondente a 5.270 kilocalorie.

L’alimentazione di cui dispone è molto variabile in base all’andamento delle stagioni.


Classi d’età e riconoscimento

 


Riconoscimento dei sessi

Il cervo è caratteristico ad avere un dimorfismo sessuale molto evidente.

I maschi sono facilmente riconoscibili per il fatto che, durante l’anno da giugno a gennaio, presentano sempre il trofeo.

Nel periodo che ne sono sprovvisti, la differenza tra i maschi e le femmine è comunque ben evidente.

Le femmine hanno dimensioni molto minori rispetto ai maschi, con corpo slanciato, collo esile e con una struttura fisica bilanciata tra la parte anteriore e posteriore del corpo.

Il capo appare molto allungato con le orecchie ben sviluppate, dato che non hanno la protuberanza degli steli.

I maschi si mostrano con il peso del corpo sbilanciato verso la parte anteriore, che si presenta più forte e muscolosa, conseguenza dovuta alla presenza del trofeo.

Nel mantello invernale dei maschi è ben visibile la criniera, situata sotto il collo, ove nelle femmine non è presente.

Inoltre si possono notare le differenze dei 2 sessi durante l’orinazione.

Le femmine tendono ad accovacciarsi vistosamente, mentre il maschio abbassa solo di poco il posteriore.

Le differenze di comportamento aiutano molto nel capire le differenze tra i 2 sessi.

Le femmine tendono a stare in branco e nel periodo estivo-autunnale sono sempre accompagnate dai loro cerbiatti.

I maschi vivono tendenzialmente solitari o a volte in piccoli gruppi, e sono inclini a stare alla larga dai branchi di femmine, se non nella stagione degli amori.

Soltanto i maschi giovani fino a 2 anni rimangono nei branchi di femmine, anche se vivono ai margini del branco e non instaurano rapporti con esso.

Durante la stagione riproduttiva, i maschi solitari raggiungono le femmine nei campi degli amori.

La distinzione tra essi è molto facile, i maschi si presentano con una stazza più significativa, dotati di palchi e criniera, mentre le femmine si mostrano più esili.


Ciclo vitale e biologia riproduttiva

I maschi di cervo sono poligami.

La stagione degli amori va da settembre a ottobre, anche se il culmine si verifica tra il 20 settembre e il 5 ottobre.

L’embriostasi nella femmina di cervo dura circa 32-34 settimane (234-236 giorni).

Le nascite si verificano nei mesi con abbondanza di cibo e temperature favorevoli, ovvero magio-giugno.

Le femmine danno alla luce un solo piccolo e i parti gemellari sono veramente rari.

La madre torna dal cerbiatto 3-4 volte al giorno, finche dopo 10-15 giorni il piccolo è in grado di seguirla.

I maschi restano con le madri fino all’età di 2 anni, mentre le femmine possono restare con loro anche diversi anni dopo aver raggiunto la maturità sessuale.

La superfice dei quartieri del cervo vario dai 100 ai 300 ettari.

Il sex ratio è di 1 : 1/1,5 (1 maschio : 1/ 1,5 femmine)


Formula dentaria e dentizione

 

 

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