SelvaticiUngulati

Il capriolo

Nome in latino: Capreolus capreolus capreolus Linnaeus

 

Sistematica

 

CAPRIOLO EUROPEO

SUPERORDINE            Ungulati

ORDINE                          Artiodattili

SOTTORDINE                Ruminanti

FAMIGLIA                       Cervidi

SOTTOFAMIGLIA         Odocoileini

GENERE                          Capreolus

SPECIE                             C. capreolus

SOTTOSPECIE               C. c. capreolus


Il capriolo, tanto per cominciare, si distingue in 2 specie: il capriolo europeo e il capriolo siberiano.

Il primo lo troviamo in tutta Europa e Asia minore.

Il secondo invece è situato più a oriente, ad est del Mar Caspio, nella parte orientale della Russia fino al territorio degli Urali, in Siberia, nelle catene montuose dell’Altai e dell’Amur, sino alla Cina ed alla Mongolia.

Il capriolo è uno dei più piccoli cervidi presenti sul nostro territorio, si presenta con una struttura corporea leggera e sottile sugli arti.

Il dorso è incurvato e più alto nella parte posteriore sviluppando così la sua morfologia da saltatore.

Il verso del capriolo è detto “ABBAIO”, che viene effettuato sia dal maschio che dalla femmina.

La femmina, oltre all’abbaio, emette un verso chiamato “FIPPIO”, che lo utilizza nel periodo che precede l’accoppiamento e per richiamare i piccoli.

Il capriolo, se in buono stato di salute e senza la presenza dei suoi predatori naturali, riesce a raggiungere un’età di 12-13 anni.


Principali dati biometrici

Questa è una tabella di riferimento di base dato che ogni provincia ne realizza una in base ai dati da lei raccolti.


Il mantello

Il capriolo effettua 2 mute al mantello.

In estate, verso aprile giugno, ha un mantello di color rosso/bruno, mentre in inverno, intorno settembre novembre, lo sviluppa di color grigio/bruno.

I primi a mutare sono i giovani, seguono poi gli adulti e per ultimi gli anziani, assieme alle femmine gravide o in lattazione.

La muta di norma segue una sequenza, prima si verifica sulla testa e il collo, poi sulle zampe e in fine sui fianchi.

Lo specchio anale si presenta giallastro in estate e bianco in inverno, più evidente se l’animale è eccitato.

Il mantello dei piccoli è di un colore rosso scuro con varie macchie bianche sui fianchi, che man mano tendono a scomparire dopo due mesi circa, lasciando così la colorazione analoga a quella dei genitori.

Femmina di capriolo in periodo di muta del mantello. Immagine di www.alritmodellestagioni.it

Il palco

I palchi possiedono un ruolo ed un significato molto importante, oltre che alla biologia del selvatico anche nella sua gestione.

Sono un ottimo indicatore di stato di salute dell’animale, per il fatto che ogni anno si rinnovano.

La raccolta e l’analisi di quest’ultimi assumono un ruolo molto importante per valutare lo status della popolazione.

Il palco del capriolo in base all’età può rappresentarsi in vari sembianze.

Immagine di atcascoli.it
Immagine di atcascoli.it

Come possiamo vedere alla base dei palco troviamo la rosa, che è attaccata agli steli posti sul cranio.

Più grande si presenta la rosa e più anni ha l’esemplare di capriolo, perché altro non rappresenta che la cicatrice delle precedenti perdite dei palchi.

Inoltre sulle stanghe possiamo notare le perle e i solchi, che si mostrano in maggiore presenza man mano la crescita del selvatico.

 

Immagine di atcascoli.it

 

In un palco adulto abbiamo l’oculare, che si presenta nella parte anteriore della testa del capriolo, il vertice che si trova all’apice della stanga e in fine lo stocco che si mostra nella parte posteriore.


Il ciclo dei palchi

All’età di 3 mesi circa (luglio-agosto) compaiono gli steli che “stirano” la pelle del cranio.

All’età di 8-9 mesi circa (dicembre-gennaio) termina l’accrescimento del 1° palco costituito da piccole protuberanze dette “bottoni”.

Esso viene pulito dal velluto e gettato a distanza di un breve lasso di tempo.

Immagine di atrieste.eu

A 11-12 mesi circa d’età (aprile-maggio) viene “fregato” il secondo trofeo che si può presentare:
• Puntuto
• Forcuto
• Palcuto (raro)

Raggiunti i 19-20 mesi circa d’età (novembre-dicembre), avviene la caduta del secondo palco.

Successivamente la perdita del palco, il capriolo comincerà a gettare i nuovi, che nel periodo di aprile-maggio verranno sfregati per sbarazzarsi del velluto.

Il terzo trofeo di solito può presentarsi:
• Puntuto (nel caso in cui l’animale sia in stato di mal nutrimento o malessere)
• Forcuto
• Palcuto

Capriolo con palco forcuto. Immagine di telenord.it

 

A fine anno, verso ottobre-novembre, ci sarà la caduta della terza testa.

A partire dal 3° trofeo, la pulizia dei palchi si effettuerà verso febbraio-aprile e poi, circa verso ottobre-metà novembre, si avrà la loro caduta.

Gli esemplari di età avanzata puliscono e perdono i palchi prima dei giovani.

Capriolo con palco palcuto. Immagine di www.oasisantalessio.it

Ubicazione

Nonostante la pressione venatoria a cui è soggetto, questo selvatico è riuscito a colonizzare dalla costa fino al limite superiore della vegetazione delle Alpi.

L’ambiente naturale del capriolo è presentato da bosco ceduo o misto su suolo calcareo, interrotto da radure, campi incolti e coltivati e pascoli.

Inoltre grazie alla plasticità ecologica che lo contraddistingue è in grado di colonizzare anche:

• Faggete (sino a quote superiori a 1000 m s.l.m.)
• Boschi misti (faggio, abete bianco, abete rosso)
• Boschi a predominanza di conifere con scarso sottobosco
• Pioppeti e fasce golenali
• Ambienti agricoli con elementi naturali in tracce (siepi, filari, incolti)
• Ambienti agricoli puri

Su tutto il suolo nazionale si era stimata una consistenza di 426.000 esemplari nel 2005, con un incremento attuale annuo medio di 5-10 %.


Alimentazione

Il capriolo ha un’alimentazione molto selettiva e per questo viene chiamato selettore di concentrati.
Predilige vegetali arborei (polloni di frassino, faggio, tiglio, olmo..), vegetali arbustivi( sambuco rosso e nero, rovo, mirtillo..) e vegetali erbacei( trifoglio, erba medica, fagiolo..).
Ha un ritmo giornaliero di attività alimentare alto, che si aggira dalle 8 alle 11 ore, con un fabbisogno minimo di 124 kcal giornaliere.


Riconoscimento delle classi d’età nel periodo dei censimenti


Riconoscimento delle classi d’età nel periodo venatorio


Piccoli di classe 0

I piccoli di classe 0, che nascono tra maggio e giugno,  nei primi 3-4 mesi di vita, sono molto semplici da identificare date le loro ridotte dimensioni e dal mantello con la tipica pomellatura.

A fine estate e soprattutto una volta effettuata la muta invernale, le dimensioni perdono importanza.

A questo punto, la distinzione si basa sul comportamento (più giocoso e curioso) e sulla struttura fisica (zampe relativamente lunghe, muso corto e triangolare, orecchie grandi).

 

Maschi giovani di classe 1

I maschi giovani hanno una struttura più esile degli adulti, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni del collo e del torace.

Il comportamento è meno “diffidente” e i palchi normalmente sono PUNTUTI, raramente FORCUTI e quasi mai PALCUTI.

 

Maschi adulti di classe 2

Il passaggio dalla classe giovane a quella adulta è graduale, in molti casi già alla seconda testa il trofeo è palcuto.

Un elemento utile di valutazione è la “mascherina facciale” che col passare degli anni diventa più uniforme e diffusa.


Riconoscimento dei sessi

• I maschi soprattutto d’inverno, possiedono forme e strutture del collo, della testa e del torace, più massicce e meno esili. Solo il maschio per tutta la durata dell’anno possiede il trofeo, ad eccezione del periodo compreso tra novembre e febbraio.

• Diversa posizione bella postura di minzione, che vede le femmine accucciarsi vistosamente a differenza del maschio che piega leggermente solo il posteriore.

• Il maschio durante la fase territoriale (marzo-aprile) può, a volte, essere riconosciuto per atteggiamenti di marcatura del territorio.

• Nel periodo degli amori, la femmina precede sempre il maschio negli spostamenti.

• Durante la fase di raggruppamento invernale, in testa agli spostamenti e alle fughe del gruppo c’è, di norma, una femmina adulta.

 

Femmina di capriolo mentre sta urinando. Immagine di www.juzaphoto.com

Ciclo vitale e biologia riproduttiva


I maschi del capriolo sono poligami.

La stagione degli amori va da luglio a settembre.

La fase embriostasi dura circa 5 mesi, anche se in realtà l’animale va in diapausa fino a dicembre-gennaio.

Questo per far si che i piccoli nascano con temperature più alte e con abbondante presenza di cibo.

Le femmine sottili, quelle con 1 anno di età, non si allontanano di molto dai quartieri della madre, che occupano una superfice di 25-30 ettari.

I caprioli maschi giovani (yarling) per il primo anno restano con la madre, poi devono cercarsi un quartiere tutto loro molto distante da quello materno.

La superfice territoriale dei caprioli maschi va dai 20 ai 100 ettari.

Questo periodo di territorialità fra i caprioli dura da aprile fino a settembre, mentre nel periodo invernale si riuniscono, senza alcuna differenza di sesso e di età, per formare dei branchi.

Il sex ratio è di 1:2, (1 maschio : 2 femmine).


Formula dentaria e dentizione

 

Stadi della dentizione

All’età di 3 mesi è completamente spuntato M1

All’età di 6 mesi è completamente spuntato M2

All’età di 14 mesi è completamente spuntato M3 e inoltre il P3 è bicuspide

 

Grado di usura dei denti

• Oltre i 2 anni l’età può essere stimata valutando il grado di usura dei denti molari.

• Di norma l’usura inizia dal 3° premolare e interessa progressivamente i molari, prima sul lato esterno e poi su quello interno (l’usura procede anche nell’altra direzione).

• L’usura determina importanti modificazioni quali:

1) spianamento progressivo degli apici dei denti

2) riduzione in profondità, fino alla scomparsa, delle fessure di smalto

3) affioramento più esteso della dentina (i denti diventano di colore marrone)

4) appiattimento e abbassamento delle superfici di masticazione

 

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